Quasi tutti i componenti del gruppo sono discepoli del centro spirituale di Bhera Sharif, Punjab, Pakistan dell’ Ordine Chishti Nizami, attraverso il primo Calipha Chishti Nizami nato in Italia e ritornato in Italia dopo 14 anni trascorsi in Pakistan alla corte ed al servizio del suo maestro spirituale Giudice di Corte Suprema del Pakistan Sua Santità Pir Muhammad Karam Shah Al-Azhari e di suo figlio Pir Amin ul Hasanat Al Quraish succedutogli nella catena di trasmissione iniziatica alla guida della tariqat Chishti Nizami di Bhera-Sharif. Il maestro spirituale Giudice di Corte Suprema del Pakistan Sua Santità Pir Muhammad Karam Shah Al-Azhari, è noto in tutto il mondo Islamico come Zia ul Ummah, il faro guida della comunità dei credenti. Padre e figlio sono l’ esempio vivente di veri Sufi. Nell’ Ordine Chishti in generale e nella diramazione Chishti Nizami l’ acquisizione della tarbyya, cioè del permesso pieno ed autentico di prendere in carico e seguire direttamente dei discepoli è molto rara e difficile. Al presente su oltre quattrocentomila discepoli legati dal patto iniziatico con la tariqat Chishti Nizami di Bhera Sharif sono quindici i Calipha (Vicari plenipotenziari), tutti Pakistani eccetto due Cinesi ed un Italiano.
La silsilah Chishti Nizami di Bhera Sharif fonda il suo aspetto esteriore nella giurisprudenza Islamica Hanafita che è forse la meno rigida nella pratica dell’ Islam. Anche per questo è un ordine iniziatico che si coniuga perfettamente con i neofiti Musulmani nati in Occidente. La freschezza della baraqat che contraddistingue questa silsilah non è solo nella recente prodigiosità di miracoli avvenuti alla presenza di migliaia di testimoni ma nel fatto che l’ esponente più in vista della silsilah, Sua Santità Moin ud Din Chishti Ajmeri di Ajmer-Sharif, India (1141 – 1236 DC) è uno dei più grandi santi dell’ Islam. Si narra che durante tawaf (la circoambulazione della Kaaba in Makkah Mukarrama) venne udita una voce dal cielo che chiese a Gharib Nawaz (Benefattore dei poveri, soprannome di Sua Santità Moin ud Din Chishti Ajmeri) cosa volesse come premio per la sua elevatissima stazione spirituale, il santo chiese: “Il paradiso per ogni discepolo della silsilah Chishti”. Questo è ovviamente l’ aspetto esteriore dell’ accaduto. In realtà Sua Santità Moin ud Din Chishti Ajmeri chiedendo il “paradiso” ha chiesto la stazione più alta di santità per ognuno di quei discepoli che aderiscono perfettamente alle pratiche dell’ ordine. Ogni iniziato della Silsilah Chishti raggiunge virtualmente la stazione più elevata cui lo portano le sue qualificazioni iniziatiche. Stazione che egli raggiungerà poi effettivamente attraverso una serie ciclica sempre più di breve durata di ascensione al Divino e discesa nel mondo illusorio sino poi a stabilizzarsi nel divino ma apparentemente presente nel mondo illusorio ricoprendo gli incarichi che la Divina Provvidenza gli avrà riservato.
In un certo senso nella silsilah Chishti i discepoli sono come vagoni di un treno ed il maestro spirituale li conduce verso la stazione spirituale più alta secondo le qualificazione di ognuno di essi. Oggi ogni maestro spirituale Chishti Nizami è un riflesso di Gharib Nawaz ed in una certa misura un Benefattore dei Poveri. Ma la povertà non è solo indigenza materiale, la povertà vera di questi tempi moderni è l’ indigenza spirituale: la corruzione dilaga spandendo insicurezza ed angoscia. Insicurezza ed angoscia a cui moltissimi non sanno trovare soluzione se non cadendo in errori ancora più grossi. Lo dzikr e la musica Qawwali che si espandono in questo universo martoriato dalla corruzione dilagante sono un antidoto a questa corruzione ed una medicina per l’ anima che è messa nelle condizioni di far librare lo spirito di coloro che hanno il coraggio di osare.